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JFK - Inaugural Address, Jan. 20th 1961
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venerdì 28 settembre 2012
Sallusti, i giudici 'rossi' e i politici 'furbastri'...
La vicenda che vede protagonista il direttore del quotidiano 'il Giornale', Alessandro Sallusti, sta facendo un gran rumore.
Perché è un giornalista molto noto, perché il carcere non è uno scherzo e perché su questa vicenda si giocano diverse battaglie: quella sulla libertà di opinione per la stampa, quella del rispetto della verità, sia per i lettori che per i diretti interessati, sia quella sulla "certezza della pena", e così via...
Personalmente, mi ritengo lontano anni luce da Alessandro Sallusti: non condivido quasi nulla di quello che sostiene, e trovo aberrante il modo in cui lo sostiene.
Ma, ancora più aberrante, è la legge che ora lo vede destinato -salvo diversi sviluppi- al carcere.
Non solo per il caso in sé, che anzi risulta piuttosto complicato e scivoloso. Ma per il 'principio'.
E per 'principio', pensare che un giornalista possa finire in prigione per le sue opinioni, è una cosa da regime fascio-sovietico.
Individuato il problema, ora vorrei concentrarmi sulla causa di esso. E qui sono in TOTALE disaccordo con Sallusti, il quale grida al 'complotto' della 'solita magistratura rossa'.
I magistrati, almeno quelli seri, applicano le leggi. Lo fanno, o dovrebbero farlo, senza porsi il problema di chi sia colui che stanno giudicando. E la legge attuale, mostruosamente, dice che i giudici devono mandare in gattabuia Sallusti (o chiunque altro), se lo ritengono colpevole (e, in questa vicenda, i suoi bei sbagli li ha fatti pure lui, inutile nascondersi).
La colpa, quella vera, è della classe politica. Tutta.
Perché ai 'potenti' fa comodo pensare di poter, in extrema ratio, far pesare questa 'spada di Damocle' sulla testa dei giornalisti.
Da Berlusconi&Co. contro Travaglio o quelli di Repubblica, a D'Alema contro Forattini o altri, da destra a sinistra passando per il centro, a tutti ha fatto comodo tenere questo atteggiamento.
E questo, pesa in particolare su Silvio Berlusconi: non perché si debba "dargli all'Untore" è avercela sempre col Cavaliere.
Ma perché da editore del giornale fondato da Montanelli, un giornalista cui per le proprie opinioni hanno sparato, e da decantatore (a parole) dell'idea liberale, avrebbe dovuto più di altri sentire il DOVERE di sanare questa situazione.
Chiudo affiancando, al mio pensiero, quello di due realtà d'ispirazione liberale, che tra loro vedano la cosa in maniera piuttosto differente.
Fatevi voi un'idea...
Ass. LIBERTIAMO: http://www.libertiamo.it/2012/09/27/una-legge-sbagliata-una-sentenza-discutibile-il-caso-sallusti-oltre-sallusti/
Rivoluzione Liberale/PLI: http://www.rivoluzione-liberale.it/liberta-di-stampa-e-salvaguardia-dei-principi/#.UGTTl43N_IZ
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2 commenti:
Mi pare impossibile che nessuno riesca a capirlo: una cosa è informare, con assoluta libertà, un'altra è diffamare. Ed è giusto che chi diffama debba pagare; ma non pagare con i schei, altrimenti Sallusti avrebbe vita facile, grazie a silviomat. I giornalisti, specie i ben pagati, devono prendersi le loro responsabilità. E non c'entrano nulla i magistrati, che Sallusti ha comunque semnpre coperto di fango. Qui si parla di ordinamento giuridico, che giustamente fa pagare chi ha sbagliato.
C'è differenza tra 'diffamare' e riportare una cosa sbagliata. Nel caso specifico, si trattava poi di un editoriale, in cui Farina (ora sappiamo che è stato lui), esprimeva la sua opinione su un fatto, che però fatto non era.
Serviva più costrutto da tutte le parti in causa, con un bell'articolo di eguale importanza a ristabilire la verità dei fatti (senza per questo oscurare l'opinione di Farina).
E, in ogni caso, che alla fine il galera ci vada Sallusti, non ci siamo proprio...
...e lo dice uno che per Sallusti ha tutto tranne che stima...
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